Discorso di Massimo Gandolfini alla Manifestazione per la Vita

25 Mag, 2022

Quando l’azione politica viene a confrontarsi con principi morali, di etica civile e sociale, che non ammettono deroghe, eccezioni o compromesso alcuno, allora l’impegno dei credenti e degli atei devoti si fa impellente, imperativo e carico di responsabilità. E’ il caso delle leggi civili in materia di aborto, eutanasia, suicidio assistito, legalizzazione delle droghe … con il fine che sia tutelato il diritto primario alla vita, dal concepimento alla morte naturale.

Carissimi Amici,

grazie di cuore a tutti voi che siete presenti e che avete camminato sotto il cielo di questa nostra bella capitale per DARE VOCE A CHI NON HA VOCE: dai bimbi non nati ai gravi disabili e malati. Ad entrambe viene oggi negato il VALORE DELLA VITA, DELLA SUA DIGNITA’ E SACRALITA’ e avanzano ombre oscure di morte che stanno invadendo il cuore di tanti nostri concittadini. Soprattutto i giovani, che un programma vergognoso di annullamento di ogni principio e valore alto, cui guardare e riferirsi per avere e trovare il senso della vita, sta soffocando in un’ideologia DISTRUTTIVA, che cancella ogni sicurezza e abbandona alla confusione e alla disperazione.

Per questo siamo scesi nell’agorà pubblica, nella pubblica piazza; una manifestazione PER LA VITA e NON CONTRO QUALCUNO, ma semmai CONTRO QUELLE IDEOLOGIE CHE FANNO DELLA VITA UMANA UNA MERCE che si può manipolare a piacimento, dall’aborto all’eutanasia, dal suicidio assistito alla vergognosa pratica dell’utero in affitto.

LA VITA e LA FAMIGLIA SONO DI TUTTI. NON SONO DI DESTRA NE’ DI SINISTRA.

Ma è un dato di fatto che da decenni ormai, nel nostro Paese, sono attivi movimenti culturali e politici che non perdono occasione per scrivere norme e leggi che agiscono nel segno di annientare la vita (pensiamo alle pillole abortive in libera vendita, alle ragazze minorenni, senza alcun coinvolgimento dei genitori) e indebolire la famiglia come la nostra stessa Costituzione la descrive: “società naturale fondata sul matrimonio”. Il tentativo di introdurre nelle nostre scuole, nel programma di formazione scolastica, l’ideologia dell’identità di genere va esattamente in quella direzione: distruggere l’umano, stravolgere la natura, imporre un indottrinamento che nega ogni libertà di pensiero, imponendo una dittatura che non esitiamo definire di PENSIERO UNICO.

Qualche mese fa, proprio qui a Roma, lessi su un muro una scritta: “Family the new fascism”. Ecco che cosa intendo quando parlo di PERVERSIONE DEI VALORI E DEI COSTUMI in atto, contro la storia e la tradizione del nostro Paese. Viviamo un tempo in cui chiunque sostenga il matrimonio, la genitorialità mamma e papà, la bellezza del concepimento di una nuova vita, la famiglia come fondamento della società civile, è per ciò stesso un “fascista, omofobo, sovranista, discriminatore, odiatore, intollerante”!

La realtà è esattamente opposta: L’ ABORTO COME DIRITTO E’ LA NUOVA DITTATURA; LA PERVERSIONE DEI VALORI E DEI COSTUMI E’ LA NUOVA DITTATURA; LA CANCELAZZIONE DI MAMMA E PAPA’ E’ LçA NUOVA DITTATURA; LA COMPRAVENDITA DI UTERI E DI BIMBI E’ LA NUOVA DITTATURA.

IL POPOLO ITALIANO HA LE SUE RADICI NEI VALORI DEL CRISTIANESIMO E SE LE RINNEGA STA DICHIARANDO LA PROPRIA CANCELLAZIONE. COLONIZZATO DALLE IDEOLOGIE DEL NUOVO ORDINE MONDIALE, DEL NUOVO UMANESIMO SENZA DIO, SMARRISCE LA RAGIONE STESSA DELLA PROPRIA ESISTENZA.

Viviamo in un Paese afflitto dalla terribile piaga della denatalità. Siamo giunti a livelli drammatici: il tasso di natalità fissato al 1,18 figli/per donna in età fertile significa CONDANNA AL SUICIDIO DEMOGRAFICO, ALL’AUTOESTINZIONE. Numeri da brividi che faranno sì che fra solo 30 anni, avremo dieci milioni di italiani in meno. Come si potrà sostenere il welfare? Chi pagherà le pensioni? Come si finanzierà l’universalità del diritto alla salute?
Per la ripresa della natalità non sono sufficienti misura economiche. Ci vuole un cambio di passo a favore della vita, della famiglia, della natalità.

Non è vero che il problema è economico … è anche economico, ma non solo. Prova ne sia che anche le classi più abbienti, che non hanno problemi economici, non fanno più figli: la denatalità nel nostro Paese è principalmente la conseguenza di un mutamento di valori che tende a svalutare la bellezza dell’unione familiare e della genitorialità, anteponendo e proponendo mete e scelte diverse, attraverso campagne mediatiche e culturali che presentano la maternità come un peso, un ostacolo all’emancipazione femminile, una scelta da “sfigati”. Non si è fatto nulla o quasi in tema di conciliabilità fra maternità/famiglia/ lavoro. In questo senso è diventata necessaria una radicale riforma del mondo del lavoro, promossa, progettata e programmata dalle donne stesse, nella prospettiva che sia garantito il diritto di essere madri, cominciando dall’organizzazione del lavoro, dei suoi tempi e del sistema premiante.

Le famiglie numerose sono additate come “fenomeni da baraccone”, retaggi del medioevo, con quella vena neanche troppo sottile di derisione e di disapprovazione nello slogan “fare figli come i conigli”. Dovremmo – anzi dobbiamo – tutti inchinarci di fronte alla generosa e coraggiosa scelta di “mettere al mondo figli numerosi”, accudire, servire, far crescere una famiglia numerosa, con mamma e papà che raccolgono la sfida dell’educazione e della formazione dei loro figli.
L’attenzione alla natalità, alla vita e alla famiglia è la CENERENTOLA dei programmi sociopolitici dei partiti .. e spesso, quando pur se ne parla, alle parole non fanno seguito i fatti concreti, per non disturbare il politicamente corretto che impone l’ideologia dei cosiddetti “diritti civili individuali”, declinati nelle più svariate e fantasiose TIPOLOGIE DI GENERE E DI SESSO.

Dobbiamo VOLTARE PAGINA. Il rispetto e la difesa della vita umana è una FRONTIERA INTRANSITABILE (diceva La Pira).
Tutti noi qui, possiamo e soprattutto vogliamo essere “segni anticipatori della vittoria della vita sulla morte” (Ev 18, Giovanni Paolo II)

Se tutto è RELATIVO, se non esiste una stella polare di valori e principi indiscutibili, fondamento di una società davvero civile, come sarà possibile porre limite allo sfruttamento, alla sopraffazione del forte sul più debole, al trionfo dell’egoismo e del libero arbitrio … perfino, come opporsi alla guerra, se tutto è relativo e se tutto appare utile, esigibile e giustificato!

Quando l’azione politica viene a confrontarsi con principi morali, di etica civile e sociale, che non ammettono deroghe, eccezioni o compromesso alcuno, allora l’impegno dei credenti e degli atei devoti si fa impellente, imperativo e carico di responsabilità. E’ il caso delle leggi civili in materia di aborto, eutanasia, suicidio assistito, legalizzazione delle droghe … con il fine che sia tutelato il diritto primario alla vita, dal concepimento alla morte naturale.
Morte Volontaria Medicalmente assistita!!! Aborto: diritto universale dell’uomo!!! La categoria di “DIRITTO” è stata coniata per tutelare un bene: diritto alla salute, allo studio, alla libertà … PUO’ MAI LA SOPPRESSIONE DI UNA VITA INNOCENTE NEL SENO MATERNO DIVENTARE UN “BENE” DA TUTELARE COME DIRITTO? Sarà ed è un evento tragico, drammatico, doloroso, lacerante … ma MAI E POI MAI UN DIRITTO!

L’ABORTO E’ UNA FERITA CHE IL MONDO DEVE SANARE. ESSO CAGIONA SOLO MORTE E POVERTA’: AL BIMBO CHE VIENE UCCISO, ALLA DONNA PER LA MATERNITA’ NEGATA, ALL’UOMO PER LA PATERNITA’ SVILITA, ALLA FAMIGLIA PER L’ACCOGLIENZA FALLITA, ALLA SOCIETA’ CHE VEDE ANNULLATA QUELLA SOLIDARIETA’ CHE E’ IL FONDAMENTO DELLA CONVIVENZA CIVILE.
QUANDO L’INGIUSTIZIA DIVENTA LEGGE, LA RESISTENZA DIVENTA UN DOVERE” (Bertolt Brecht)
UNA GRANDE SFIDA CI ATTENDE ….

L’eutanasia è un atto intrinsecamente malvagio perché è una grave violazione della legge naturale che ogni uomo porta scritta a caratteri indelebili nel suo cuore – citare Alfie, Charlie …La deriva scivolosa …
L’eutanasia è un crimine contro la vita umana, è un atto omicida che non può essere legittimato da nessun fine e che non tollera alcuna forma di complicità o di collaborazione.

La Convenzione Internazionale dei Diritti del Bambino (ONU, 1989) dichiara nel suo preambolo: “IL BAMBINO A CAUSA DELLA SUA IMMATURITA’ FISICA E INTELLETTUALE NECESSITA DI UNA PROTEZIONE E DI UNA CURA PARTICOLARE, IVI COMPRESA UNA PROTEZIONE LEGALE APPROPRIATA, SIA PRIMA CHE DOPO LA NASCITA”. Quindi, “BAMBINI” non si riferisce solo ai nati, ma anche ai NON ANCORA NATI. La creatura che vive nel ventre materno è un BAMBINO a tutti i fini.
LA CESURA FRA L’ESSERCI E IL NON ESSERCI NON E’ LA NASCITA; LA CESURA FRA UN NON ESSERE e un ESSERE UMANO NON E’ LA NASCITA. SE E’ ESECRABILE FARE VIOLENZA O UCCIDERE UN BIMBO DOPO LA SUA NASCITA; NON PUO’ ESSERE MENO ESECRABILE ELIMINARLO MENTRE E’ OSPITATO NELL’UETRO DELLA SUA MAMMA.

Perciò è giusto, doveroso, urgente occuparsi dei bambini vittime in tutto il mondo di violenze, maltrattamenti e abusi: sfruttati sessualmente e sul lavoro, abbandonati in condizioni miserevoli, costretti alla guerra, in fuga dalla guerra e dalla miseria, esuli, migranti, profughi, denutriti, privi di educazione scolastica, malati, disabili. SENZA DIMENTICARE, però, i BAMBINI VITTIME DELLA CULTURA DELLO SCARTO CHE IMPEDISCE DI NASCERE A UN NUMERO SCONFINATO DI BIMBI NEL MONDO O CHE LI RENDE PRODOTTI COMMERCIALI DA COMMISSIONARE E RITIRARE – come prodotto finito – DOPO NOVE MESI RITIRANDOLI DALLA DONNA CHE HA AFFITTATO IL SUO UTERO.

SONO BAMBINI CHE LA CULTURA DELLO SCARTO CI IMPONE DI DIMENTICARE, IN NOME DI UN PROGRESSO E DI UN DIRITTO DISUMANI, E ACCUSANDO CHI NE PARLA DI ESSERE RETROGRADO, DIVISIVO; MEDIOEVALISTA.
Nel 2021 nel mondo ci sono stati 73 milioni di aborti, 139 aborti al minuto; in Italia dal 1978 ad oggi 6 milioni e mezzo di aborti, senza contare gli aborti ottenuti con la pratica barbara dell’aborto chimico, che ancora di più relega la donna, la mamma, in un tunnel di abbandono e solitudine che conduce alla disperazione.

LA VOCE DELLE DONNE IN TUTTO QUESTO RIVESTE UN RUOLO DEL TUTTO SPECIALE, PERCHE’ ESSE SONO LE PRIME A SAPERE E LE UNICHE AD AVERE IL PRIVILEGIO DI VIVERE CON IL PROPRIO FIGLIO QUELL’ INTIMISSIMO ABBRACCIO CHE CHIAMIAMO GRAVIDANZA.
Vogliamo dimostrare una concreta e visibile RESISTENZA a tutte le norme e le leggi che vanno contro la vita, una RIBELLIONE in nome del primato della persona umana nei confronti dello Stato, un CONTRASTO coraggioso e determinato verso quei cosiddetti “diritti” civili che negano le leggi che la natura stessa ci ha donato.

Contrastare non vuol dire usare violenza, non vuol dire adottare metodi di lotta violenta, ma DEVE VOLER DIRE RESISTERE CON TUTTE LE FORZE A LEGGI INGIUSTE, financo arrivando alla disobbedienza civile – come scelta estrema – E SOPRATTUTTO ASSUMENDO UNA CONDOTTA DI NON-COLLABORAZIONE VERSO TUTTE QUELLE FORZE – PARTITI, ASSOCIAZIONI, MOVIMENTI POLITICO-CULTURALI – CHE LE PROPONGONO ED IMPONGONO con maggioranze parlamentari che sono distanti anni luce dal comune sentire del nostro popolo.
ATTENZIONE! QUESTA VISIONE E’ PROFONDAMENTE ETICA, PERCHE’ SIGNIFICA NON ATTUARE NESSUNA COLLABORAZIONE, NEPPURE REMOTA, CON IL MALE.

Dobbiamo e vogliamo sentirci IMMERSI NEL MONDO, ma senza essere DEL MONDO quando questo impone vergognose atrocità (aborto fino al nono mese di gravidanza!)
Vorrei concludere con il passo con cui Tolkien fa chiudere a GANDALF la saga del Signore degli Anelli:
“Non tocca a noi dominare tutte le maree del mondo; il nostro compito è di fare il possibile per la salvezza degli anni nei quali viviamo, sradicando il male dai campi che conosciamo, al fine di lasciare a coloro che verranno dopo terra sana e pulita da coltivare.”

Come dice San Paolo, la nostra battaglia non è contro gli uomini, ma contro quello spirito del male che vuole conquistare il mondo, avvelenando la mente, la ragione, il cuore e la coscienza di tante povere creature divenute loro schiave.
Per questo, ORA E SEMPRE CI ALZEREMO IN PIEDI

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